BARDINETO

ALTITUDINE: 711 m. s.l.m.
ABITANTI: 749
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Il comune è situato in val Bormida, sulla sponda destra del fiume Bormida di Millesimo, nella barriera montuosa formata dalla Rocca Barbena, dal monte Lingo e dal monte Carmo di Loano per un'area complessiva di quasi tremila ettari.
Il borgo è sito su di un altopiano boschivo formato da alberi di pini, abeti, faggi e betulle. Nel territorio bardinetese frequenti sono le formazioni calcaree e di dolomie, con vasti fenomeni carsici di superficie e sotterranei con la presenza di quasi ottanta grotte. Tra le cavità più conosciute, dette "buranche", vi sono quelle di Bardineto (oltre 2 km di cunicoli), Balbiseulo (1,2 km), Rampiun (1 km) e Pagliarina (430 m).
VIDEO
  • Canale Video: Franca Mattiauda
  • Pubblicato: 15 Giu 2015
  • Fonte: Youtube
La presenza di numerose grotte e ripari favorì lo stanziamento di una primitiva presenza umana già nel Paleolitico[4], seguita dalla tribù dei Liguri Epanteri[4], rivali dei Liguri Ingauni sulla costa. Occupato dal re Rotari[4] e quindi dai Longobardi[4] - che ne fecero un baluardo, a cui deriverebbe il toponimo[4], approfondendo e arricchendo la conoscenza degli scambi commerciali - il borgo fu conquistato dall'esercito di Carlo Magno nel 775[4] e donato ai monaci dell'abbazia di San Pietro in Varatella presso Toirano[4][5]. Questi ultimi accrebbero lo sviluppo economico del paese, dando inizio alla fortunata attività della lavorazione del ferro, importato grezzo dalle cave dell'Isola d'Elba e quindi lavorato nelle numerose ferriere lungo la valle della Bormida[4].
Dominio dal 1091 di Bonifacio del Vasto[4], alla morte di questi la divisione dell'eredità portarono, nel 1142[4], il possedimento di Bardineto verso Enrico I Del Carretto[4][5]. Dal 1185 la successione del feudo carrettesco, e della val Bormida, fu affidata al figlio Enrico II[4]. Accorpato al ramo feudale dei Del Carretto di Balestrino[4], Bardineto fu base della guerra tra il Marchesato del Finale e la Repubblica di Genova, combattuta dal 1447 al 1452, culminante con la successiva dominazione del marchesato finalese sotto la protezione del regno spagnolo[4]. Possedimento della repubblica genovese dal 1713[4][5] fu quindi assegnato, dal 1735 con il trattato di Vienna[4][5], a Carlo Emanuele III di Savoia del Regno di Sardegna[4][5].
Sul finire del XVIII secolo la sua piana fu teatro di scontri, tra il 22 e il 23 novembre 1795, tra gli eserciti austro-sardi e quello francese; la sconfitta austriaca, con ben quattromila morti e cinquemila prigionieri, aprì di fatto la strada a Napoleone Bonaparte nel Finalese, Savonese e nel resto della regione ligure[4].
Con la dominazione francese il territorio di Bardineto rientrò dal 1802 nel cantone di Ceva del Dipartimento della Stura[5] e con il Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814, inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto la giurisdizione del cantone di Calizzano nel circondario di Ceva[5].
Con la caduta di Napoleone Bardineto fu inglobato nuovamente nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel II mandamento di Calizzano del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona[5].
Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità montana Alta Val Bormida.
- Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Edificata nel 1720, presenta una struttura in stile barocco piemontese.
- Chiesa di San Nicolò. Eretta intorno al XII secolo, in stile romanico, ha nel suo interno pregiati affreschi del Quattrocento. Nel corso dei secoli sono state apportate modifiche alla struttura, modificandone quasi l'aspetto originale.
- Oratorio dell'Assunta, vicino alla parrocchiale, fu edificato nel 1650 e fu sede della locale confraternita oltreché della primaria sede della parrocchia di Bardineto.
- Cappella dell'Annunziata in località Strada.
- Cappella di San Bernardo.
Castrum longobardo. Nei pressi della romanica chiesa di San Nicolò si possono osservare i resti dell'antico castrum, eretto dai Longobardi nel VII secolo.
Castello feudale. Costruito nel XIII secolo dalla famiglia Del Carretto, a pianta poligonale, (ossia a sedici lati), molto probabilmente sulle fondamenta di un preesistente castrum romano, ne rimane ad oggi soltanto qualche rudere, come la preesistente cinta muraria.