Foto di Dino Gravano

GARLENDA

ALTITUDINE: 52 m. s.l.m.
ABITANTI: 2098
www.comune.cisanosulneva.sv.it
Il borgo, a forma quadrangolare, sorge nella valle del torrente Neva poco prima della confluenza del corso d'acqua con il torrente Pennavaira.
Adiacente a quest'ultimo rio sorge la frazione di Conscente, dominata dal castello medievale, mentre la seconda frazione, Cenesi, è ubicata in una piccola valle laterale.
Tracce e testimonianze d'epoca romana nel territorio di Cisano sul Neva (fundus Caesiani) sono visibili nei resti del mozzato monumento funebre, datato al II secolo, che impropriamente è conosciuta come la torre dei Saraceni. Il successivo borgo di Chiusano, così viene storicamente denominato nei carteggi (Clusanium, in latino), venne quindi compreso nel X secolo nella marca degli Aleramici e, dal 1091, tra i possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto.
Forse possedimento dei marchesi di Clavesana a partire dal XII secolo, nel corso del 1274[4] l'antico fondo di Cisano fu acquistato dal Comune di Albenga che impostò un nuovo borgo fortificato, a pianta quadrata con mura e torri circolari ai lati[4], sul modello urbanistico-militare dei centri di Villanova d'Albenga e Pogli (Ortovero)[4], in modo da fronteggiare il sempre più crescente dominio feudale della famiglia Clavesana nella valle del Neva e nella sottostante piana ingauna[4].
Amministrativamente fu quindi legato all'albenganese quartiere del Torlaro[4] (come i centri di Leca, Massaro e Coasco[4]). Nei secoli successivi ebbe ampie autonomie sotto dei Rettori[4] prima e, dal XVIII secolo, sotto due Consoli e sei Agenti scelti in base al censo[4]. Facente parte dei domini della Repubblica di Genova[4], il borgo di Cisano, così come centri vicini della valle, subì l'assedio delle truppe del Ducato di Savoia nel corso del 1672[4]. In una delle tante battaglie che videro contrapposti sabaudi e genovesi e i loro due stati confinanti, alla devastazione e al danneggiamento delle mura medievali, si aggiunse di li a poco anche un fenomeno alluvionale del torrente Neva che interessò il centro storico[4].
Interessato dagli scontri tra le truppe austro-piemontesi e francesi correlati alla battaglia di Loano (1795)[4], con la successiva dominazione napoleonica il territorio di Cisano acquisì una propria autonomia amministrativa[4] rispetto alla municipalità ingauna rientrando dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure[4]. Dal 28 aprile del 1798[4] fece parte del I cantone, con capoluogo Albenga, della Giurisdizione di Centa e dal 1803[4] centro principale del IV cantone della Centa nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte[4].
Nel 1815 Cisano fu inglobato nel Regno di Sardegna[4], così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861[4]; assunse l'attuale denominazione di Cisano sul Neva con Regio decreto del 1863[4]. Dal 1859 al 1926[4] il territorio fu compreso nel I mandamento di Albenga del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927[4] con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona[4].
Subisce gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale nel 1929[5] quando le fu unito il soppresso comune di Cenesi e le due frazioni di Conscente e Martinetto dal comune di Zuccarello.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Ingauna e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[6], fino al 2011 della Comunità montana Ponente Savonese.
- Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena nel centro storico di Cisano sul Neva. Di origine medievale[8], l'attuale struttura risalirebbe ad un rifacimento datato al XVII secolo[8], stessa datazione del campanile in stile barocco. Di fronte alla parrocchiale vi è la torre civica, con annesso orologio e campana che scandisce le ore, a sua volta ricavata[8] da un già esistente campanile in stile romanico-gotico inglobato nelle mura medievali. - Oratorio di San Bartolomeo nel centro storico di Cisano sul Neva, antica sede della parrocchiale del borgo[8]. - Chiesa di San Calogero nei pressi del locale cimitero. Secondo la tradizione popolare fu edificata dai monaci benedettini provenienti dall'isola Gallinara nell'XI secolo[8]. La costruzione, di cui ancora si conservano tracce dello stile romanico, archi e lesene originali[8], probabilmente asservì quale luogo di ricovero ospedaliero[8]. - Chiesa parrocchiale di San Nicola nella frazione di Cenesi. - Chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro papa nella frazione di Conscente. Costruita pochi anni dopo il 1600[8], per la parrocchiale del borgo fu commissionata dal banchiere Ottavio Costa al pittore Guido Reni[8] una tela raffigurante la Decollazione di santa Caterina d'Alessandria, datata al 1606[8]. Tale opera fu in seguito trasferita[8] al museo diocesano di Albenga. - Oratorio di San Giovanni Battista nella frazione di Conscente. Lo stesso Ottavio Costa commissionò[8] per questo edificio il dipinto San Giovanni Battista, opera attribuita al Caravaggio[8], che in una data non precisata fu poi sostituito da una copia[8] e quindi trasferito nel museo della città ingauna[8].
Nel territorio di Cisano sul Neva sono ancora presenti le vecchie mura del borgo, quest'ultimo fortificato tra il 1274 e il 1288[4] dalla vicina Albenga, e le quattro torri poste agli angoli del centro storico. La stessa torre Civica, di fronte alla parrocchiale di Santa Maria Maddalena, ne è testimonianza.
Nella frazione di Conscente sorgono due testimonianze di presidi difensivi. Il primo, d'origine medievale[9], fu edificato durante la dominazione dei marchesi di Clavesana[9] sovrastante l'odierna località di Gombo, sul luogo localmente denominato come Paràgiu[9] e dove ancora insistono le tracce di un torrione[9].
Verso l'abitato di Conscente, invece, venne edificato nella seconda metà del XVI secolo[9] dalla famiglia Costa di Albenga[9] l'attuale struttura difensiva che si erge in una posizione sovrastante il borgo. Collegato "visivamente" ai due castelli di Zuccarello e Castelvecchio di Rocca Barbena[9], il "nuovo" castello di Conscente si presenta ben conservato con un mastio a forma quadrangolare, coronato di caditoie e garitte agli angoli della struttura[8]. Nel periodo napoleonico di fine Settecento ed inizio Ottocento il castello fu adibito a macello[10]. Nel corso del XIX secolo, dopo un restauro conservativo[10], fu aggiunta alla struttura la quadrata torre sul lato nord-ovest.
Sulla strada per Albenga si può scorgere la cosiddetta torre dei Saraceni, monumento funerario dell'Impero Romano databile intorno al II secolo[4].